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Luca Moneta, prima di essere un campione ed un utente entusiasta delle staffe Jer, è un amico. Abbiamo il piacere di ospitare nel nostro blog un video di Luca ed un brano tratto dal suo sito internet www.lucamoneta.com che contribuiranno a farvi conoscere ancor meglio le sue non comuni qualità di uomo e di cavaliere. http://www.youtube.com/watch?v=3hQiabkKKCg&feature=player_embedded “Il principale problema nell’avvicinamento a qualsiasi cavallo è superare la differenza tra i nostri comportamenti istintivi, che svelano subito la nostra natura di predatori, e le difese del cavallo, che davanti ad un predatore si dà alla fuga. Quest’ostacolo era già stato capito sin dai tempi più antichi: sono stati rinvenuti testi che risalgono al IV sec. a.C. in cui Senofonte accenna all’addestramento naturale, ma forse l’esempio più lampante è quello degli indiani d’America che, pur conoscendo i cavalli da pochissimo tempo, riuscirono a domarli maestralmente solo attraverso un’attenta osservazione della loro vita in libertà. Finalmente, dopo secoli di abuso di mezzi coercitivi, a partire dagli anni ’90 ricomincia un approfondito studio dei cavalli allo stato brado da parte di appassionati, da cui nasce l’etologia equina applicabile all’addestramento. Lo studio delle forme di relazione tra cavalli che vivono in branco ha permesso di elaborare un comportamento che tende ad annullare la nostra istintività di predatori: relazionandosi con i cavalli rispettando i loro codici di comunicazione riusciamo ad ottenere fiducia e rispetto, le basi quindi per un’obbedienza solida e duratura. Lo scopo di questo tipo di comunicazione non è ammaestrare i cavalli sottomettendoli forzatamente alla nostra volontà, ma piuttosto una forma di collaborazione in cui, conquistando il ruolo di leader nel branco che formiamo con il nostro cavallo, daremo loro le sicurezze di cui hanno bisogno per condurre una vita serena, diventando naturalmente disciplinati e collaborativi.”

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